Descrizione
Quella di Aurora, 18enne di Pieve Emanuele, è una storia che fa piacere e che fa pensare. Fa piacere perché solletica l’orgoglio di appartenenza a una comunità che trova al proprio interno le risorse e le strutture per un riscatto sociale, struttura che nel caso concreto è la scuola di formazione Afol per cuochi, camerieri o pasticceri.
È anche una storia che fa pensare perché è la conferma che per realizzarsi non è indispensabile perseguire la strada degli studi classici/liceali. Che per far crescere le generazioni è necessario rimodellare e arricchire la scelta dei percorsi formativi, riadattarli all’attualità, uscendo dagli schemi dello studio forzato, astratto e slegato dalla vita reale.
È quello che racconta Aurora al termine di una sua esperienza di lavoro e vita a Parigi: durante il Corso di formazione Professionale AFOL è stata selezionata per un Erasmus di 4 settimane in un ristorante stellato della Ville Lumière, periodo dal quale è uscita con una carica di autostima ed entusiasmo che potrebbe portarla molto lontano.
Ma quello che l’ha portata per ora fino a qui è stato un percorso di consapevolezza non facile per la sua età: dopo le medie Aurora aveva cominciato il liceo di Scienze umane, ma dopo il primo anno ha capito che non era la sua strada. Ispirata dalla storia di famiglia, con una tradizione di lavoro nel mondo della ristorazione e dalla presenza sul territorio della Scuola di Formazione Professionale di AFOL, ha scelto di iscriversi al CFP. Fra tre indirizzi proposti ha preferito “allestimento sala e somministrazione piatti e bevande”, per imparare a gestire la sala di un ristorante e il servizio bar, ad accogliere i clienti al tavolo o al bancone. Si diventa barman o maître, direttore di sala di un ristorante, che è quello che Aurora vorrebbe fare. Sempre che un giorno non riesca a realizzare l’atro sogno, quello di diventare una professionista del vino e di traferirsi in Toscana.
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Ultimo aggiornamento: 9 gennaio 2025, 12:56