La Natura pievese nel mese di marzo

Più acqua e meno freddo: ci si avvia verso il risveglio dell'Oasi dal torpore invernale

Data :

4 marzo 2024

La Natura pievese nel mese di marzo
Municipium

Descrizione

 a cura di Graziano Cireddu*Natura pievese marzo 2024 - 11

 

“Cantando marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo, porta la neve sciolta nelle rogge, il riso del disgelo...”.

Francesco Guccini come sempre ci aiuta con la poesia a descrivere il passaggio di testimone tra un mese e l’altro: piogge abbondanti che ricaricano le falde, con una promessa felice di buon andamento dell’agricoltura in primavera e in estate. È proprio così che si è presentato Marzo in questa zona della pianura Padana che per nostra fortuna si sovrappone al Parco Agricolo Sud Milano, prezioso patrimonio di natura e biodiversità. È una buona notizia in tempi climatici incerti. Anche perché l’acqua garantirà ottime fioriture nella nostra oasi, il territorio sarà più bello, e ci sarà più polline per api e altri insetti pronubi.
Prime a fiorire saranno le viole, le pervinche, gli anemoni, i tarassachi… e molti altri coloreranno il territorio più tardi.
Anche per gli animali si annunciano tempi migliori: la vegetazione acquatica, esattamente come quella terrestre, comincia a rigenerarsi offrendosi come cibo ad anatroccoli ed altre specie lacustri, mentre i campi coltivati forniscono ulteriori risorse agli uccelli, specie dopo le arature. Con queste premesse molti animali possono andare in estro e riprodursi. La garzaia riprende vita con le varie specie presenti, che come sappiamo sono principalmente aironi, ibis sacri, cormorani e garzette; a terra e in acqua ritroveremo in gran forma germani reali, svassi ecc.
Tra gli altri animali, di particolare interesse sono gli anfibi come la rana esculenta, pigmentata di un bel verde, ancora presente in modo consistente, nonostante l’inquinamento e gli altri fattori di riduzione di habitat; lo stesso dicasi della bellissima raganella, molto più piccola e di un verde brillante. Da poco è stata anche reintrodotta la rana di lataste, caratterizzata da un pigmento rosso-bruno, endemica della Pianura Padana, ma a rischio di estinzione. Si tratta infatti di una specie particolarmente vulnerabile e soggetta a perdita di diversità genetica “intrapopolazione”. Ma cosa significa esattamente? In termini semplici, l’attività dell’uomo ha causato molteplici modifiche sull’ambiente, tra cui la deforestazione, e questo ha consentito la sopravvivenza di queste specie, come di altre, in boschi sempre più isolati: di fatto questo aumenta il tasso di “omozigosi”, e quindi il processo riproduttivo spesso fallisce e gli individui diventano più fragili. Per questo la nostra Oasi è stata utilizzata come sito di rilascio di gruppi provenienti da altre aree per ripopolare la specie e fornirle l’opportunità di una maggiore diversità genetica. Ed è solo uno dei tanti esperimenti che questo luogo eccezionale, che è la nostra Oasi, ospita.  
Diverso il caso di alcune specie di ungulati, come cinghiali e caprioli, animali selvatici invasivi che si avvicinano sempre di più all’uomo, provocando qualche danno… ne parleremo prossimamente.

* Graziano Cireddu è laureato in Scienze naturali a Pavia e in Scienze ambientali a Genova. Fino a giugno 2022 è stato Responsabile dell’Area Ambiente del Comune di Pieve Emanuele. Oggi è Vice-presidente del Comitato di Coordinamento della Protezione Civile – Provincia di Milano.

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Foto di Maria Grazia Frisone

  

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